MAESTRA

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Maestra per sempre!

martedì 20 novembre 2012

20 novembre "GIORNATA INTERNAZIONALE DIEI DRITTI DEI BAMBINI"



                                   
                   

                                           LA FAVOLA DI GINO STRADA

Con una delicata fiaba il fondatore di Emergency spiega ai bambini l'importanza della pace e del
rispetto dei diritto dell'uomo
C'era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se, a dire il vero, c'era molta più acqua che terra su quel pianeta. Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un po' bislacco...' ... così inizia la fiaba scritta a quattro mani da Gino
 Strada e da sua figlia Cecilia per Il paese dei bambini che sorridono, un sito tutto a misura di bimbo per divertire i più piccoli senza dimenticare di informarli e farli riflettere. Una fiaba tenera e divertente, a portata di tutte le età, in cui risaltano tutti i valori cari a Gino Strada e alla sua associazione, che da più dieci anni si impegna nell’assistenza alle vittime di guerra e alla diffusione di una cultura di pace: il mago Linguaggio, per fare un dispetto agli uomini che dicono una cosa e ne fanno un’altra (soprattutto quando si parla di diritti), mescola tutte le parole gettandoli nel caos: ristabilirà l’ordine solo quando gli uomini gli prometteranno di usare le parole con il loro giusto significato. Un modo per far capire ai bambini (e forse cercare di capire insieme a loro) il vero significato delle parole ‘diritti’, ‘pace’ e ‘uguaglianza’. Il Paese dei bambini che sorridono è un interessante esperimento di educazione multimediale per bambini: in un tempo accelerato come il nostro lo scopo è mantenere vive le tradizioni dei nostri nonni, soprattutto attraverso la forma più classica, quella della favola, che oltre a stimolare la fantasia aiuta a riflettere sul mondo e sulle cose, senza dimenticare filastrocche, feste popolari e tradizioni; il tutto condito dai colori e dalla forza delle immagini. Non mancano sezioni di attualità, come quella dedicata ai diritti dei bambini (che è quella in cui trova spazio la fiaba di Gino Strada), ai bambini stranieri e alle loro esperienze, alle religioni e una nuova sezione dedicata alle fiabe dei bambini figli di genitori separati, per cercare di superare insieme il dramma della separazione del papà e della mamma.Da ormai sei anni e mezzo Il paese dei bambini che sorridono è un punto di riferimento per bambini, genitori e scuole: un vero e proprio mondo da esplorare, per entrare in dialogo con i più piccoli ed entusiasmarli con intelligenza.



Gino Strada, il medico fondatore di Emergency, ha scritto questa storia insieme a sua figlia Cecilia, per spiegare ai bambini il significato di parole come "diritti", "pace", "uguaglianza".
Gino Strada
Gino Strada è nato a Milano dove si è laureato in medicina, ramo chirurgia d’urgenza. E’ diventato chirurgo di guerra per scelta: dapprima lavorando con la Croce Rossa internazionale e poi creando un’associazione a favore delle vittime delle guerre civili. Emergency, sottotitolo Life Support of Civilian War Victims, nasce nel 1994 con sede in via Bautta 12 a Milano. L’obiettivo dell’organizzazione – come suggerisce il nome - è fornire assistenza alle vittime civili dei conflitti, menomate da ordigni bellici come le mine antiuomo, ma anche dalla malnutrizione e da mancanza di cure mediche, addestrare personale locale a far fronte alle necessità mediche, chirurgiche e riabilitative più urgenti e diffondere una cultura di pace. E’ un’ organizzazione internazionale privata, aperta, senza discriminazione politica, ideologica o religiosa, a tutti coloro che ne condividono i principi e gli obiettivi e ne sostengono le attività umanitarie. Dalla sua nascita Emergency ha creato sette ospedali e venticinque punti di pronto soccorso in Ruanda, Kurdistan iracheno, Cambogia e Afghanistan. Gino Strada è stato tra l’altro iscritto nella lista dei possibili candidati al Nobel per la pace nel 2001.
C 'era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se, a dire il vero, c'era molta più acqua che terra su quel pianeta. Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un po' bislacco. Prendete le automobili, per esempio. Quel coso rotondo che si usa per guidare, loro lo chiamavano "volante", anche se le macchine non volano affatto! Non sarebbe più logico chiamarlo "guidante", oppure"girante", visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si faceva molta confusione.
Si parlava spesso di "diritti": il diritto all'istruzione, per esempio, significava che tutti i bambini avrebbero potuto (e dovuto!) andare a scuola. Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare chechiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andarein ospedale. Ma per chi viveva in un paese senza scuole, oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa, oppure chi non aveva i soldi per pagare l'ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l'eccezione), questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco. Siccome non valevano per tutti ma solo per chi se li poteva permettere, queste cose non erano diritti: erano diventati privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i potenti della terra chiamavano "operazione di pace" quella che, in realtà, era un'operazione di guerra: dicevano proprio il contrario di quello che in realtà intendevano.E poi, sulla Terra, non c'era più accordo fra gli uomini sui significati: per alcuni ricchezza significava avere diecimila miliardi, per altri voleva dire avere almeno una patata da mangiare. Quanta confusione!Tanta confusione che un giorno il mago Linguaggio non ne potè più. Linguaggio era un mago potentissimo, che tanto tempo prima avevainventato le parole e le aveva regalate agli uomini. All'inizio c'era stato un po' di trambusto, perché gli uomini non sapevano come usarle, e se uno diceva carciofo l'altro pensava al canguro, e se uno chiedeva spaghetti l'altro intendeva gorilla, e al ristorante non ci si capiva mai. Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola unsignificato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa, e per tutti.
Da allora il carciofo è sempre stato un ortaggio, e il gorilla un animale peloso, e non c'era più il rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto un grosso animale peloso, con il suo testone coperto di sugo di pomodoro. Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso, era costato un bel po' di fatica al mago Linguaggio. Adesso, vedendo che gli uomini se ne infischiavano del suo lavoro, e continuavano ad usarle a capocchia, decise di dare loro una lezione. <Le parole sono importanti> amava dire <se si cambiano le parole si cambia anche il mondo, e poi non si capisce più niente> Una notte, dunque, si mise ascombinare un po' le cose, spostando una sillaba qui, una là, mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi. Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli alberghi di una grande città aveva rubato la lettera gi e la lettera acca, ed erano diventati...alberi! Decine e decine di enormi alberi, con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi che per scendere dovevano usare le liane come Tarzan. Alle macchine aveva rubato una enne, facendole diventare macchie, e chi cercava la propria automobile trovava soltanto una grossa chiazza colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una esse, erano diventate tutte storte, e cadevano per terra prima che i bambini se le potessero mangiare. Erano talmente storte che non erano più buone nemmeno per essere tirate in faccia. Nelle scuole si era anche divertito ad anagrammare, al momento dell'appello, la parola presente, e se prima gli alunni erano tutti presenti, adesso erano tutti serpenti, e le maestre scappavano via terrorizzate. Poi si era tolto uno sfizio personale: aveva eliminato del tutto la parola guerra, che aveva inventato per sbaglio, e non gli era mai piaciuta. Così un grande capo della terra, che in quel momento stava per dichiarare guerra, dovette interrompersi a metà della frase, e non se ne fece nulla. Inoltre aveva trasformato icannoni in cannoli, siciliani naturalmente, e chi stava combattendo si ritrovò tutto coperto di ricotta e canditi. Andò avanti così per parecchi giorni, con le scarpe che diventavano carpe e nuotavano via, i mattoni che diventavano gattoni e le case si mettevano a miagolare, il pane che si trasformava in un cane e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione! Troppa confusione, e gli uomini non ne potevano più.
 Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le parole, e con loro il mondo. <E va bene> disse Linguaggio <ma solo ad una condizione: che cominciate a usare le parole con il loro giusto significato.> <I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi.Uguaglianza deve significare davvero che tutti sono uguali e non che alcuni sono più uguali di altri. E per quanto riguarda la guerra...> <Per quanto riguarda la guerra> lo interruppero gli uomini <ci abbiamo pensato... tienitela pure: è una parola di cui vogliamo fare a meno.>



4 commenti:

  1. maestra è bellissima la favola !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!e oltre la favola ho letto anche le cose che hai aggiunto tu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :D :D AURORA

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  2. bhe! grazie x il bravissima aurora!E... prego!!!!!AURORA

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  3. CHE BELLO!!!!!!!!!!!! MAESTRA HAI CAMBIATO SFONDO?? COMUNQUE è STUPENDO,MAGNIFICO E.. BELLISSIMO !!! AURORA

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